8 ottobre. Giornata mondiale dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
Pubblicato il 2 ottobre 2025 • Pari opportunità
In occasione della Giornata mondiale dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), l'Assessorato alla Comunicazione istituzionale, Cultura e politiche giovanili, Pari opportunità, Servizi scolastici, extrascolastici ed educativi e delega alla Gentilezza, pubblica una nota informativa sul tema, tratta da un’intervista al Presidente Francesco Biagioni dell’Associazione Italiana Dislessici di Pisa, disponibile a seguire e in allegato, insieme alla locandina divulgativa sul tema.
Cosa significa DSA?
DSA è un acronimo che sta per Disturbi Specifici dell’Apprendimento. I DSA sono quattro: dislessia, discalculia, disortografia e disgrafia. Fino a poco tempo fa si usava la parola dislessia come termine generico per indicare un ragazzo o una ragazza che, in realtà, è un DSA.
Il termine corretto da utilizzare per definire i DSA è neurodiversità.
Quali sono le cause?
Le cause sono organiche e genetiche.
Essere un DSA comporta tutta una serie di problemi. Ma questo aspetto può diventare anche un punto di forza, una caratteristica appunto. Come esistono le aree deficitarie, esistono le aree in cui un DSA brilla: ad esempio nell’area uditivo-verbale e nell’area della memoria visivo-spaziale. Coltivare i punti di forza è sicuramente un vantaggio.
Quando si ha un sospetto di DSA a chi ci si può rivolgere?
Ci si può rivolgere sia a strutture private accreditate sia alle ASL. Essendoci quasi il 4% dei DSA nelle scuole, le liste di attesa sono lunghe. La diagnosi deve essere fatta da una équipe di psicologi, logopedisti e neuropsichiatri. Il lavoro e il confronto del gruppo sono fondamentali.
Quando arriva una diagnosi di DSA la famiglia si spaventa. L’idea che il proprio figlio abbia un diverso funzionamento del cervello fa paura. Ma il bambino deve potersi sentire in un ambiente protetto dove i genitori credono in lui. I DSA sono
bambini/e intelligenti. Se iniziano a sentirsi stupidi/e perché a scuola i voti sono brutti e a casa vengono visti come pigri/e, il rischio è che venga lesa l’autostima. E questo comporta tutta un’altra serie di problemi a cascata. Quindi è importante che ci sia una diagnosi precoce ma ancor di più che famiglia e scuola collaborino per rassicurare i/le bambini/e sul fatto che, con gli strumenti e i tempi giusti, arriveranno alla meta che si sono proposti, come i loro compagni.
La collaborazione scuola-famiglia è determinante.
Tutela normativa.
Oggi la Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia quali disturbi specifici dell’apprendimento “Che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana”. (Art. 1)
La legge 170 tutela il diritto allo studio dei bambini e ragazzi con DSA e dà alla scuola un’opportunità per riflettere sulle metodologie da mettere in atto per favorire tutti gli studenti, dando spazio al loro vero potenziale in base alle loro peculiarità.